Lo Sport entra nella Costituzione
Quasi 13 milioni fra atleti e praticanti, 4 milioni e 600 mila dei quali “Under 18”, 110.000 le società affiliate a federazioni ed enti vari fra i quali il CSI: sono questi i “grandi numeri dello sport”, aggiornati secondo un recente report del CONI.
Un settore che dopo 75 anni ha finalmente un riconoscimento costituzionale rendendolo un valore civile, sociale, culturale e, si spera, un diritto effettivo per tutti il prima possibile.
Dopo il passaggio in Senato, la Camera infatti i8l 20 settembre scorso ha approvato all’unanimità, 312 voti su 312 votanti, la modifica dell’articolo 33, lo stesso che parla di arte, scienza e cultura: “la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
“ E’ una cosa molto importante che avrà ricadute positive a livello pratico a cominciare dall’impiantistica pubblica- dice Luca Verardo Presidente CSI Liguria– Siamo infatti uno dei pochi Paesi europei ad avere solo il 20% delle palestre utilizzabili all’interno delle scuole”.
I padri costituenti non inserirono nella carta lo sport perché avevano altre priorità ed urgenze e perché era troppo “fresca” l’esperienza del fascismo che, fra le tante nefandezze, aveva strumentalizzato questa attività per fini propagandistici.
In base ad un ultima analisi dell’Istat il 34.6% della popolazione pratica in Italia sport, una percentuale maggiore, il 37.2% fa vita sedentaria.
Un Paese più sportivo significa meno obesità fra i giovani: abbiamo da questo punto di vista il poco invidiabile record negativo in Europa.
Bisognerà tradurre in pratica la novità riempendo di sostanza e contenuti l’articolo 33 modificato della Costituzione: fondamentale invertire la tendenza rispetto , ad esempio, all’ imbarazzante 0.5 % del PNRR destinato a palestre, campi di atletica, stadi, palazzetti e piscine.
Fare sport, secondo Federconsumatori, costa sempre di più alle famiglie: l’incremento è del 15 % in Italia, del 10 % a Genova.
In un periodo sfavorevole di congiuntura economica, con la “coperta comunque sempre più corta”, non sarà facile incrementare le risorse pubbliche..
“ Il nostro mondo è molto sfaccettato e la recente riforma dello sport, piuttosto totalizzante con parecchie difficoltà interpretative, ha portato ulteriori criticità, tuttavia il riconoscimento costituzionale rappresenta una speranza concreta per un vero cambio di passo-ricorda Luca Verardo– Un riconoscimento che è anche un cambiamento di prospettiva, con la valorizzazione dell’attività dilettantistica ed amatoriale ,legata all’inclusione sociale, all’aggregazione, agli aspetti ludici, al benessere psico- fisico in senso lato. Noi del CSI siamo ben contenti di questo anche perché da anni ormai perseguiamo analoghi obbiettivi partecipando ad esempio ai bandi di “Sport e Salute”, ambito dove lo Stato ha comunque fatto la sua parte”.
Nel nostro tempo assistiamo ad episodi sempre più frequenti di razzismo ed intolleranza ed anche da questo punto di vista lo sport può essere una salubre medicina.
Uno degli obbiettivi dell’articolo 33 della Costituzione è quello di sviluppare i Giochi della Gioventù affinchè nella scuola ci sia una “normalità sportiva e motoria”, slegata da situazioni estemporanee.
“Bisogna introdurre– conclude Luca Verardo- la figura dell’insegnante di educazione fisica, in tutte le classi delle elementari e non solo nell’ultimo biennio, come avviene adesso”.
Riconoscere un valore costituzionale allo sport significa poterlo fare, in totale sicurezza, anche in città trovando spazi all’aperto adeguati per andare in bicicletta e correre .
L’Italia investe nel settore sportivo meno della metà di Francia e Spagna ed un quarto di quanto fa l’Olanda: un’arretratezza diventata intollerabile che costa decine di miliardi di euro in spese sanitarie che potrebbero essere utilizzati in altro modo.